Salsa Terrazzina

Si tratta di una salsa fatta con le erbe che il nostro balcone ci concede alla fine della stagione estiva.

Questa salsa può essere usata per condire insalate di ortaggi crudi (cetrioli, peperoni, carote, sedano, pomodori e verdure a foglia larga) di verdure cotte (patate, rape, spinaci, bietole, sedano rapa, broccoli, cavoli) o anche carni bollite, non è stata testata su pesce, crostacei e molluschi.

Le erbe che ho raccolto oggi sono state:

  • portulaca (Portulaca oleracea L.) in dicreta quantità, era due settimane che non la raccoglievo,
  • qualche foglia di ruchetta (Diplotaxis tenuifolia L.), a fine stagione vorrebbe fiorire e basta,
  • quattro cimette di basilico (Ocimum basilicum, L.), l’avevo cimato due settimane fa per fare il pesto, ora sa un poco di menta, ma per le salse non è un problema, anzi dà una nota di freschezza, senza essere così invadente come la menta vera e propria,
  • quattro foglie di pepe rosa (Schinus molle) risultato di una sfoltitura della chioma, (forse ne otterrò un bonsai!)
  • un peperoncino rosso piccino (Capsicum annum), l’ultimo del secondo raccolto, ma sta già facendo una bella fioritura, (forse faccio un terzo raccolto!).

Avendone a disposizione, in altre occasioni ho raccolto anche foglie di prezzemolo, di sedano, di rapanello e di acetosella.

La presenza della portulaca, che spesso cresce di soppiatto nei nostri vasi bene illuminati, come sulle aie soleggiate, in ogni crepa non sottoposta a intenso calpestio, è importante sia per le mucillagini che contiene, sia per il sapre leggermente asprigno, sia per il contenuto in acidi grassi omega-3 (acido α-linoleico) di cui è ricca (0,35% in peso).

Preparazione: dopo avere lavato e scolato le erbe si pone il tutto nel bicchiere alto del mixer insieme a:

  • un bel cucchiaio di lecitina di soia,
  • quattro cucchiai di olio di girasole,
  • quattro cucchiai di olio e.v.o.,
  • due cucchiai di aceto o di succo di limone,
  • due cucchiai di acqua,
  • un cucchiaino di sale
  • un cucchiaio di olio di nocciole tostate o un cucchiaino di olio di semi di sesamo tostato (opzionali).

Le dosi indicate sono relative ai miei gusti e alle quantità e qualità delle erbe (ad es. una prevalenza di acetosella tra le erbe potrebbe rendere inutile l’aggiunta dell’aceto, al contrario la sostituzione di un’erba delicatamente acidula, come la portulaca, con rucola o prezzemolo, dovrebbe indurre ad un aumento della componente acida, in quanto una giusta quantità di acido agisce come esaltatore della sapidità.

Si frulla fino a quando la salsa diventa quasi omogenea nel suo delicato color verde tenue, per facilitare lo scioglimento della lecitina di soia è bene che gli ingredienti non siano freddi da frigo.

Lasciandola nel frigo qualche ora si rassoderà fin quasi alla consistenza della maionese.

N.B. La presenza di olio di girasole è dovuta al fatto che il mio olio e.v.o. è molto gustoso e caratterizzerebbe troppo la salsa.

Riso ai peperoni semifreddo pensando al popolo curdo

Sempre a proposito dell’esigenza di scaldare la cucina il meno possibile ecco un’altra ricetta del cuoco pigro per l’estate, elaborazione libera di un piatto curdo.

Si ponga il riso, i risultati migliori li ho ottenuti con un semifino parboiled, in un barattolo con acqua che lo copra per almeno il doppio in altezza. Utile che il barattolo sia chiuso con coperchio ermetico in modo da poterlo agitare bene appena ammollato e poi almeno un paio di volte nella dozzina o più ore di ammollo.

Poco prima di mangiare si lavi e si mondino le verdure che abbiamo in frigo tra i consueti ortaggi ormai d’ogni stagione: pomodori grandi e piccoli, verdi e rossi, peperoni di ogni colore, cipolle, scalogni, porri, zucchine lunghe e tonde, foglie di rucola e di portulaca; li si tagli a dadini (cipolle e simili a fettine, le foglie tagliate grossolanamente) e ci si aggiungano gli aromi: basilico, foglioline di Schinus molle (=pepe rosa), aglio e peperoncini, tritati fini e schiacciati con il lato del coltello insieme al sale sufficiente alle verdure che agirà da agente triturante e aiuterà a sprigionare gli aromi.

Si metta un cucchiaio di olio e.v.o. per ogni 70 g di riso e si rosoli a fuoco vivo il riso scolato, rimescolandolo bene, per 5 minuti, poi si aggiungano le verdure e gli aromi, si spenga subito il fuoco e si rimescoli ancora bene il tutto, poi si copra per dieci minuti, si mescoli ancora e si ricopra per il tempo di apparecchiare, buon appetito!

Pasta corta, aglio, olio e peperoncino, oppure con verdure, per l’estate

Perdurando questi giorni caldi comincio a essere stufo di insalate, per quanta fantasia posso metterci ogni tanto la pasta chiama, così ho messo a punto questa ricetta che cerca di scaldare il meno possibile la cucina.

Si mette la pasta corta in acqua fredda che la copra del doppio della sua altezza in un recipiente  in frigo e dopo circa cinque e sei ore si vedrà che la pasta ha raddoppiato di volume e ha un colore bianco abbastanza orrido, niente paura, la scoliamo e la mettiamo in padella con olio caldo, aglio e peperoncino, la mescoliamo a fuoco per qualche minuto e vedremo che il colore cambia tornando al colore consueto.

In questo modo si evita il riscaldamento della cucina per portare a ebollizione l’acqua e invece dei canonici 9-12 minuti per cuocerla ne basteranno 3 o 4.

Da non dimenticare inoltre la molto minore quantità di acqua che, evaporando, avrebbe innalzato l’umidità relativa e di conseguenza la temperatura percepita in cucina.

Volendo farla colorata e diversa si possono lavare e pulire pomodori, cipolla e peperoni, che si taglieranno a pezzetti di dimensioni simili a quelle della pasta e, appena la pasta si sia rosolata prendendo il colore consueto, si aggiungano le verdure, si mescoli bene  e si copra, lasciando la padella sul fornello spento, si mangi dopo almeno mezz’ora rimescolando un paio di volte nel frattempo.

Gnocchetti verdi all’avocado

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Ecco un piatto che scalda poco la cucina, adatto quindi a questi giorni afosi.

Ingredienti x 2 o 3 persone a seconda della fame:

– gnocchetti verdi tirolesi di solito sono venduti in conf. da 500g,

(Il bello di questi gnocchetti è che se volete potete metterli direttamente in una padella larga e farli andare qualche minuto a fuoco vivo, per poi condirli come volete, risparmiandovi di aggiungere alla cucina l’umidità e il calore dell’acqua che deve bollire.)

– 1/2 avocado maturo,

– 1/2 spicchietto d’aglio,

– 1 o 1/2 peperoncino piccante fresco o sott’olio o sott’aceto, a seconda della sua forza e dei vostri gusti,

– 2 cimette di basilico,

– sale q.b.,

– 1 cucchiaio di olio e.v.,

-2 cucchiai di acqua,

eventualmente, per guarnire, qualche fogliolina di pepe rosa (Schinus molle) .

Mettete tutti gli ingredienti, evidentemente tranne gli gnocchetti e le foglioline di pepe rosa , nel frullatore o nel bicchiere del mixer, appena vedrete che si è omogeneizzato il tutto, mettete in padella a fuoco vivo gli gnocchetti, girandoli spesso e dopo circa tre minuti spegnete e versateci sopra la salsa, impiattate e spargeteci sopra qualche fogliolina di pepe rosa.

Crema di carciofi di corsa

La crema di carciofi mi piace assai, ma, secondo me, di solito ha un prezzo eccessivo, d’altra parte farla in casa presuppone di comprare, mondare e cuocere i carciofi, con tutto quel che ciò comporta.

Il vostro cuoco pigro ha escogitato un modo per farla abbastanza economico, facile e veloce, eccolo.

Procurarsi un barattolo di carciofi sott’olio, non importa che si tratti di carciofini, quelli a spicchi vanno benissimo.

Scolare un poco i carciofi del loro olio, togliere quelle poche foglie che sembrano coriacee, di solito sono quelle un poco verdi, mettere i carciofi appena scolati nel bicchiere del mixer.

Pelare dell’aglio, io suggerisco uno spicchio medio per il barattolo da 660 g di carciofi, tagliarlo a pezzetti e aggiungerlo ai carciofi.

Aggiungere al tutto del peperoncino a gusto proprio, ma senza esagerare.

Aggiungere un cucchiaino colmo di lecitina di soia.

Aggiungere 50 ml (una tazzina da caffe) di acqua tiepida.

Provare a frullare con il mixer, se ci sono difficoltà aggiungere a cucchiaiate dell’olio dei carciofini.

Mixare fino a ottenere una crema omogenea.

Si conserva in frigorifero tranquillamente una settimana, se avete l’accortezza di non lasciarla fuori dal frigo inutilmante, cioè si prende quel che si vuole consumare e la si ripone subito in frigo.

Buone bruschette! E tanto altro…

Vellutata di terra pantesca

Si tratta di una ricetta estremamente semplice che può essere declinata in diverse versioni, più delicata e brodosa può aprire una cena servita in tazza con qualche crostino, più asciutta e concentrata può riempire dei pomodori svuotati e passati al forno, oppure può essere usata come accompagnamento di ortaggi crudi quasi una bagna cauda, ma assai più leggera dal punto di vista nutrizionale.

Ingredienti per 4 persone:

2 patate medie,

2 cipolle medie,

2 carote medie,

1 pezzetto di sedano (5 cm di gambo circa),

8 acciughe sottolio,

2 cucchiai di capperi sottaceto,

2 cucchiai di olio evo,

1 cucchiaio di foglie di prezzemolo tritato finemente,

Si lessino cipolle, patate e carote insieme al sedano, che è opportuno tagliare a fettine sottili, in poca acqua, con appena un’idea di sale o semplicemente, gli usi all’omeopatia, potranno mostrare il barattolo del sale alla pentola, agitandolo, prima di riporlo.

Si scolino le verdure, salvando beninteso l’ottimo brodo, e si aggiungano gli altri ingredienti, in un recipiente dal bordo alto poi si frulli il tutto con un buon mixer fino ad avere una crema solida e vellutata.

Volendo servirlo come vellutata con crostini si riunirà alla crema parte del brodo fino alla consistenza desiderata, volendo invece usarlo come condimento caldo per “crudité” si userà tal quale, così pure per usarlo come ripieno per pomodori o peperoni al forno.

Una alternativa che ho trovato interessante è quella di servirlo caldo in tazza, con pomodoro crudo tagliato a piccoli pezzi, ben freddo, versati all’ultimo con un filo d’olio.

Galantina di gatto o di coniglio

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Questa ricetta con il gatto può essere messa in pratica solo in un paese libero, non in Italia, dove non resta che rassegnarsi al coniglio, quindi questo blog non può essere accusato di istigazione a delinquere in quanto anzi raccomanda, fin tanto che non cambierà questa iniqua suddivisione degli animali in “d’affezione” e “eduli”, di astenersi, sul territorio italiano, dal consumo di gatto. Tenete presente che nel 2014 si sta tentando di avviare da parte di alcuni un iter per allargare la definizione di animali d’affezione anche ai conigli, se ciò accadrà spero che il primo lettore mi segnali la cosa in modo che io possa cercare dei sostituti a questi deliziosi animali e possa correggere questo post, così da non incorrere nei rigori della legge.
Occorrente per 6 persone:

-1 grosso gatto adulto 4/5 kg o 1 coniglio stesso peso,

-1/2 kg olive verdi da snocciolare quelle vendute snocciolate sono notoriamente poco buone,

-1 grossa cipolla,

-2 carota medie,

-1 cucchiaio di pan grattato e 1 cucchiaio di farina di ceci ben mescolati,

-2 gambi di sedano o una bella fetta di sedano rapa,

-30 g di zenzero in salamoia,

-1/2 bicchierino di gin

-2 chiodi di garofano,

-qualche grattata di noce moscata o un bel pizzico di macis.

-un pizzico di curry (meglio se delle Antille),

-sale q.b.

Preparazione:

-dopo avere scuoiato l’animale e con attenzione rimosso le interiora, se si tratta di un animale non molto giovane può essere necessario farlo marinare tre giorni in frigo nella birra, dopodiché disossare l’animale a crudo (una bella prova per il cuoco e per il coltello) e, della carne, farne pezzi non più grandi di un dito,

-mescolare in una capace terrina la carne con le spezie e il pan grattato con la farina di ceci,

-porre la carne in un canovaccio bianco facendone uno o due cilindri compatibili con le dimensioni delle pentole disponibili, al loro centro si porranno le carote e si spargeranno le olive,

– si cucini l’involto in acqua salata che lo copra bene, meglio, se saranno due, uno alla volta nella stessa acqua che si regolerà di sale,

– lasciatolo raffreddare bene in frigo si tolga il canovaccio e si tagli in fette di circa 1 cm con un coltello ben affilato,

– si sciolgano dei fogli di gelatina di maiale, precedentemente ammollati in acqua fredda e scolati, nel brodo un poco caldo, quando questo sia a temperatura ambiente lo si versi a cucchiaiate sulle fette (che saranno state raffreddate in frigo) ci si pongano delle fettine di zenzero ben distese e subito si ripongano in frigo, dopo qualche ora si controlli se la gelatina copre in strato continuo tutte le fette, semmai si aggiunga ancora qualche cucchiaio di gelatina.

Ad accompagnare queste galantine una insalata di rucola e arance con olio sale e limone oppure una insalata di funghi e sedano con olio e limone o poche gocce di aceto all’estragone.

Il brodo che non era necessario per la gelatina lo si potrà servire in tazza, come antipasto caldo, con un uovo di quaglia aperto, ma non mosso, un giro di pepe bianco e qualche crostino all’aglio.

Papas rugadas o papas arrugadas?

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Prendere patate piccole, di dimensioni omogenee e ben lavate, disporle in un piatto largo e basso, in cerchio, ancora bagnate spolverarle di sale fino, girarle e spolverarle di nuovo.

I tempi di cottura variano a seconda della potenza del forno e delle dimensioni delle patate, a me con patate come uova e forno a media potenza 15 minuti sono stati sufficenti, una avvertenza dopo 10 minuti pungerle leggermente con una forchetta.

Le patate risulteranno leggermente rugose e con una leggera crosticina di sale, risultando molto simili alla più laboriosa ricetta canaria, come quelle potranno essere accompagnate da mojo o da qualunque altra salsa verde o rossa (ad es. di tipo agrodolce alla parmigiana) o semplicemente con olio e prezzemolo.

Volendo un piatto più completo si potrà porre nel mezzo del piatto delle cipolle mondate e lavate tagliate a metà, anch’esse di dimensioni piuttosto piccole, nel mezzo del piatto in quanto l’azione del forno a microonde, normalmente, lì ha azione più delicata.

Naturalmente bisognerà fare attenzione a non usare patate germogliate altrimenti e solo se i germogli sono estremamente piccoli, dopo avere asportato i germogli e la parte da cui originano sarà meglio lessarle in acqua abbondante onde diluire le solanine (glucoalcaloidi steroidei) e gettare l’acqua di cottura.

N.B.: se i germogli sono grandi e numerosi, le patate non sono più adatte all’alimentazione umana.

Le patate sono controindicate per il diabete, indicate invece per ipopotassemia, gastriti acide, ulcere gastriche

Tortino di “foglie” al microonde

Sempre in omaggio alla pigrizia, sporcare poco e pulire meno, all’ecologia, basso consumo di energia, ma soprattutto al gusto pieno e armonico della semplicità ecco il “tortino di erbe in forno a microonde”, piatto unico completo.
La particolarità di questo tortino è che gli strati sono molto fini, per questo si raccomanda l’uso di verdure in foglia e di pane carasau, anche il formaggio e il salume andranno, di conseguenza, affettati finemente.
Ingredienti:
– vegetali a foglia larga (a seconda dei gusti e della disponibilità stagionale è possibile utilizzare: coste, bietole (=foglie di bietole, loc. “erbette” o “blede” ecc), spinaci, lattuga, scarola (tenendone presente il gusto deciso) foglie di cavolfiore, verza, cavolo cinese…
– formaggio affettabile (scamorza ad es.), ma anche tofu,
– salume ad es. prosciutto cotto o pancetta (oppure uovo sodo affettato, nel qual caso sarà opportuno salare leggermente),
– pane carasau (=carasatu, o pane pistoccu o anche pane lentu secco, oppure fettine molto sottili di pane di grano duro, o di segale, “posso”, in ogni caso, la versione più gustosa di questo tortino, prevede che questo pane duro venga strofinato di aglio prima di essere utilizzato,
– olio e.v.,
– peperoncino in polvere o curry secondo i gusti.

Procedimento:
-lessare qualche minuto, in acqua leggermente salata, la verdura scelta, solo in modo che perda la rigidità del crudo,
– disporre a strati in piatto adatto: verdura, pane, verdura, pane, formaggio, peperoncino, verdura, pane, salume, verdura, peperoncino, si abbia l’accortezza di fare in modo che nel centro del piatto il tortino sia leggermente più sottile,
– cuocere a potenza media o medio bassa, in modo da dare il tempo (20′ o 25’circa)al calore di penetrare in profondità e terminare la cottura delle verdure fino al centro del tortino, di solito lo scioglimento del formaggio nel centro del tortino indica il raggiungimento del punto di cottura ottimale, se non avrete lessato troppo le verdure prima, alla fine esse rimarranno piacevolmente consistenti,
– appena sfornato un filo d’olio, distribuito con attenzione, penetrerà delicatamente aiutando la miscelazione degli aromi.
Lasciare qualche minuto coperto prima di servire.

Il ragù (alla marchigiana?) di BdA v/s ragù alla bolognese di D. Bressanini

Qui  Dario Bressanini propone la sua ricetta del ragù (quasi) alla bolognese, la sua versione richiede circa 4h e 40 ‘.

Ecco, per par condicio, la mia versione di ragù, non pretende di essere alla bolognese né tanto né poco;: pretende però di avere un occhio di riguardo per la pulizia della cucina e per lasciare la più parte del tempo il ragù a cuocere da solo con un basso consumo di energia e lasciando il cuoco libero di leggere un libro o di uscire. (Volendo risparmiare al massimo energia leggete la nota finale.)

Vi avviso che la cottura richiede circa otto ore, avendo una pentola a pressione, se non l’avete o ne avete paura vi consiglio di rinunciare, ecco gli ingredienti:

250 g di trita di manzo non magrissima,

200 g di trita di maiale,

200 g di salsiccia,

200 g di trita di cavallo,

200 g di guanciale o di pancetta pepata (non affumicata),

100 g di ventrigli di uccello da cortile, (per uccello da cortile s’intende indifferentemente: pollo, tacchino, anatra, oca, faraona o piccione)

100 g di fegatini di uccello da cortile,

100 g di cuori di uccello da cortile,

2 kg di passata di  di pomodori senza semi, se non vi danno fastidio i semi potreste anche usare i pelati o i pomodori a pezzetti, io sconsiglio comunque di sostituire completamente la passata in quanto,  a volte i semi danno un sapore leggermente amarognolo al tutto,

50 g di concentrato di pomodoro,

3/5 spicchi d’aglio a seconda delle dimensioni,

1/2 litro di vino rosso non dolce e non troppo tanninico,

4 cipolle grosse,

3 carote grosse,

4 gambi di sedano,

1 mazzetto piccolo di prezzemolo,

una dozzina di foglie di alloro,

un cucchiaino di pepe nero schiacciato,

un peperoncino piccante,

4 chiodi di garofano,

un ventina di semi di finocchio,

una decina di grattate di noce moscata,

3/4 bacche di ginepro,

burro o olio a vostro gusto e salute, quanto bastano per soffriggere separatamente, a rate, le verdure e le carni,

sale naturalmente a vostro gusto, da aggiustare a fine cottura, dipende da tante cose: quanto avrete ristretto il ragù, quanto sono salate la pancetta e la salsiccia e, non ultima, la passata.

Processo

1) Soffriggete in pentole larghe le verdure e l’aglio a fuoco vivace, a seconda della pentola lo farete in una o due o più “rate” in modo appunto da non lessarle ma soffriggerle.

Io uso una grande pentola a pressione perché ha le pareti alte e sporco meno i fornelli e ha il fondo doppio, inoltre sotto pongo un diffusore, appena sono a puntino le tolgo e le metto in un grande recipiente di ceramica, proseguo con la seconda “rata” ecc.

2) Preparate le verdure e mettele a parte.

3) Rosolate le carni trite e la salsiccia sbriciolata, mescolando spesso, intanto tagliate a pezzetti le frattaglie di pollo e tacchino insieme al guanciale (o pancetta).

4) Appena le carni sono ben rosolate toglietele dal fuoco e unitele alle verdure.

5) Rosolate le frattaglie unite al guanciale (o pancetta), quando anch’esse sono ben rosolate controllate che la pentola non abbia più che qualche sfumatura scura lungo i lati, se ha segni di bruciato togliete anche le frattaglie, unendole alle altre carni e verdure e lavatela bene o usatene un’altra.

6) A questo punto, ponete  tutto il cucinato fin’ora in pentola con la passata, il concentrato stemperato nel vino, le erbe aromatiche, le spezie e le droghe, tranne il pepe nero,

7) Importante: a seconda del consumo di acqua della vostra pentola a pressione regolate il liquido, aggiungendo ev. acqua, in modo che possa cuocere a fuoco bassissimo, il minimo del fischio, per  4/5 ore, se conoscete bene la vostra pentola potrete anche uscire lasciando la finestra aperta e la porta della cucina chiusa, meglio evitare correnti d’aria che potrebbero non rendere omogenea la cottura o peggio spegnere la fiamma.

8) Scaduto il tempo togliete dal fuoco, bagnate la pentola sui lati e lasciate uscire il vapore, aprite e regolate di sale e di pepe, gradualmente, assaggiando a più riprese, mescolando e richiudendo, e aspettando almeno 1/2 ora tra un assaggio e l’altro, quando è a puntino potrete farne le dosi da surgelare in freezer.

Lo so, sono stato meno scientifico di D. Bressanini e mancano le foto, ma permettetemi di consigliarvi le tagliatelle, o i maccheroncini, di Campofilone con questo ragù, costano molto più delle altre, ma mi ringrazierete.

NOTA FINALE per ecologisti, è possibile risprmiare buona parte dell’energia necessaria per tenere in presssione la pentola per le 4/5 ore necessarie, modificando alcune dosi:

solo 500 g di passata, invece di 2 kg (in questo caso non usare i pelati o i pomodori a pezzetti),

solo 1/4 di litro di vino (=250 cc), invece di 1/2 litro,

portare il concentrato di pomodoro a 200 g, invece di 50g

La cottura finale dovrà essere fatta per circa dieci minuti a fuoco vivace mescolando, poi si chiuderà la pentola a pressione e si farà andare a regime (=quando fischia), a quel punto si spegnerà e si coprirà con un paio di canovacci e con un paio di vecchi maglioni avvolgendo bene la pentola, che si lascerà tranquilla per almeno 6 ore.

Il risultato migliore per questo tipo di cottura a fuoco spento si ha con pentole a pressione piuttosto grandi e quasi piene, in modo da avere una grande massa e quindi una grande inerzia termica, per questa ricetta con dosi doppie (triple solo con pentole assai capienti) di tutto quanto indicato nella ricetta, ricordate di non riempire le pentole a pressione oltre la tacca segnata all’interno.

Prima di cucinare  grosse dosi di ragù accertatevi di avere posto a sufficenza nel freezer e attivate la modalità di massimo freddo varie ore prima di riporvi le dosi di ragù, che comunque dovrete avere raffreddato il più possibile per non danneggiare altri alimenti conservati, l’ideale certo sarebbe avere una abbattitore di temperatura, ma se avrete l’accortezza di preparare il ragù a gennaio, nelle serate di gelo, potrete utilizzare il freddo della notte per abbattere il più possibile la temperatura dei contenitori di ragù prima di riporli nel freezer e il caldo dei fornelli per scaldare la casa.

Mi permetto a questo punto di segnalare che è possibile fare un succedaneo di questo ragù per vegani, aggiungendo delle striscioline di melanzane alle verdure da soffriggere e con il tritello di soia estrusa, che avrete prima fatto rinvenire in acqua, al posto delle carni, con del tofu tagliato a striscioline in luogo dei fegatini, a questo punto, al posto del parmigiano, spargerete sesamo tostato in polvere (attenzione: spesso è salato!) e germe di grano sul piatto.

Buon appetito a tutti, carnivori, onnivori, vegetariani e vegani, ma specialmente a chi fatica a mettere insieme un pranzo con la cena.